Dopo la millenaria Jaffo, che ci ha raccontato di antichi popoli, pescatori, arte e contemporaneità, abbiamo scelto come tappa successiva Neve Tzedek. Un nome importante, carico di significato, che in ebraico significa “Oasi di Giustizia”.
Neve Tzedek è un piccolo quartiere di case basse (massimo tre piani), dietro cui svettano gli alti grattacieli ultramoderni. Da qui, a partire dalla fine dell’800, si è sviluppata, a poco a poco, Tel Aviv fino a diventare l’attuale metropoli. Nata ufficialmente 22 anni dopo. È sorto principalmente con lo scopo di essere il quartiere residenziale per la forza lavoro impiegata nell’antica Jaffo. Dove erano concentrate le attività commerciali.
Passeggiando sulla lunga Shabazi Street, o tra le stradine che la incrociano, si respira ancora un’atmosfera pacifica. Fuori dal caos del traffico urbano. Ibiscus, bouganville e eucalipti adornano, e colorano, casette imbiancate a calce con piccole porte e finestre rettangolari azzurre, rosse, verdi oppure archi a volta ogivale (sesto acuto, tipicamente arabo). Una vera oasi…
E pensare che, fino a meno di 10 anni fa, era un luogo di degrado. Per fortuna sapientemente recuperato, come sta accadendo attualmente, e in tempi da record, in altre aree di Tel Aviv, grazie ad un’operazione di restauro dei vecchi edifici e di “bonifica” dei quartieri.
Dalle sue origini, e nei primi decenni successivi, Neve Tzedek si è trasformato in un quartiere sempre più esclusivo. Per accogliere i nuovi ricchi di Tel Aviv. Ed è diventato celebre per la scuola, il centro culturale e i caffè dove si ritrovavano intellettuali, artisti e pensatori della Vecchia Israele. Negli anni ’80 la vecchia scuola femminile Suzanne Dellal è diventata una scuola sperimentale di danza moderna e contemporanea (http://www.suzannedellal.org.il/?CategoryID=260&ArticleID=181), acclamata a livello mondiale per la qualità e l’originalità delle iniziative.
La galleria del Teatro è emozionante. Si apre, stupendamente, su una piazza con palme, bouganvilles, ibiscus e aranci in fiore, piantati tra le lastre di pietra, in stile tipicamente arabo.
La stanchezza di una giornata così intensa non ha avuto il sopravvento sul nostro entusiasmo. Eravamo curiosi di scoprire ogni angolo di Tel Aviv.
La quiete di quelle stradine; la mediterranea (e insieme europea!) elegante autenticità delle casette, dei deliziosi boutique hotels e dei loro giardini, di alcune botteghe; la contemporaneità delle boutique dei giovani designers di abiti, accessori religiosi, borse in pelle e gioielli; i ristorantini e i caffè alla francese.
In un negozio abbiamo acquistato la tipica MEZUZAH ebraica da appendere allo stipite della porta della nostra casa. Come benedizione, guidati da Ayala e dai proprietari, abbiamo scelto lo SHEMA’ ISRAEL, la preghiera ebraica per eccellenza.
Nel nostro giro, i dettagli erano ovunque! C’era una casa che sulle pareti esterne aveva le tipiche MATKOT, i racchettoni da spiaggia! Che è anche lo sport nazionale degli israeliani. Ci giocano fin da bambini. Quelle che abbiamo visto noi erano colorate, con decorazioni a stelle e motivi originali. Le abbiamo trovate persino appese ad un palo!
Ma quanto è stato bello? Un’autentica meraviglia!
To be continued…
STAY TUNED!
Bacini.
I MURR
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