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#IMURRGOTOISRAELWITHMARIO – Tel Aviv Diary – Day 1

Around the world / Home Slider / Lifestyle / March 6, 2015

Vogliamo riportarvi insieme a noi in Israele e raccontarvi la nostra emozionante esperienza di family tour insieme a Mario, tra storia, incontri, scoperte, cucina tipica e svaghi all’aria aperta.

Dopo tre giorni a Gerusalemme, di cui vi racconteremo presto ogni dettaglio, arricchiti di  cultura e storia millenarie, oltre che di spiritualità e bellezza da mozzare il fiato, siamo arrivati a Tel Aviv, appena prima dell’arrivo della neve (sì, la neve! Tanto attesa, rara e temuta!) prima che chiudessero le strade di collegamento tra le due città, per motivi di sicurezza (vista l’allerta meteo). La capitale economica del Paese, la città “che non si ferma mai”, ci ha accolti sotto cieli tempestosi che poi improvvisamente si spalancavano per prendere toni azzurro brillante riscaldati da un sole primaverile, col suo mare dalle mille sfumature di blu, imbiancato da onde lunghe mosse da correnti e da un vento freddo che rendeva l’aria frizzante e stimolava il desiderio di camminare lungo la splendida passeggiata che collega il nord della città, dove alloggiavamo, fino all’estremità Sud, a Jaffa, prima tappa del nostro soggiorno telaviviano.

La nostra visita nell’area più antica della città è partita dal Visitor’s Center, che si trova nella grande piazza, Kadumin Square, situato proprio sulle rovine di un’antica casa ebraica, distrutta durante l’epoca delle grandi rivolte contro i Romani, da cui iniziava un tour archeologico tra i suddetti resti e ciò che resta di un’impressionante struttura Ellenistica. Siamo stati catapultati indietro di quasi 5000 anni, ascoltando e facendo l’ esperienza virtuale e sotterranea dei “Jaffa Tales”, in cui, tra gli scavi archeologici, attraverso un filmato animato, abbiamo assistito alla storia di Andromeda, salvata proprio tra le rocce di  Jaffa, dove era stata legata,  da Perseo che, per amore, l’ha strappata ad un mostro marino che l’avrebbe uccisa. E poi, dopo il mito, la storia della città, raccontata nelle sue tappe più salienti, Era dopo Era, e proiettata su uno schermo di 16 metri. E per nostro figlio non poteva esserci impatto migliore con Jaffa, uno dei più antichi porti del Mediterraeo, che scoprire che 3500 anni fa lì c’erano gli Egizi e che Jonah proprio da lì si era imbarcato prima di imbattersi nella tempesta in cui sarebbe poi stato inghiottito dalla famosa balena  e che, sempre da Jaffa, era iniziata la prima diffusione del cristianesimo, e poi il lungo dominio Ottomano, le guerre e la ricostruzione… Un porto, questo, per millenni luogo di approdo, scambio e di passaggio di idee, beni, oggetti, ricchezze, popoli, pellegrini, visitatori, guerrieri, mode e storie. Anche in questo caso, come era appena accaduto durante la visita a Gerusalemme, di cui presto vi racconteremo, vedere i luoghi del mito, della storia e della religione, che aveva studiato in classe, lo ha  riempito di entusiasmo.

Ma la giornata era appena iniziata, perché ci attendeva un giro di tutta la città antica, tra le viette caratterizzate per la maggior parte dal nome dei segni zodiacali, vista la componente astrologica che caratterizza Jaffo antica, come il ponte sospeso da cui, toccando il proprio segno si dovrebbe guardare il mare esprimendo un desiderio, o la fontana dei segni e le vie che portano i loro nomi. Tra boutique di gioielli artigianali e gallerie d’arte, il porto con il faro e un giro tra oggetti e vestiti vintage e design nel quartiere del Shuk Hapishpishim, il mercato delle pulci. Tutto questo non prima di una sosta d’obbligo da Abu Hassan, l’ Humus bar tra i più famosi di Tel Aviv, dove già l’anno scorso abbiamo mangiato il tipico piatto mediterraneo a base di ceci, tehina (salsa di sesamo) a cui vengono aggunti fave, uova, fagioli, paprika e olio a seconda delle preferenze. Come ricordavamo, un’esperienza sensoriale che ha coinvolto anche Mario, curiosissimo di sperimentare sempre le specialità locali dei luoghi che visita.

Il pomeriggio è proseguito passeggiando tra le vie di Florentine, il quartiere di tendenza, dal fascino tra il decadente e il post moderno, polo creativo di designers, artisti, e vivace luogo  di ritrovo notturno per giovani tra bar e feste sui tetti delle case private. Mancavano due ore al tramonto e coi raggi del sole ancora obliqui e qualche goccia di pioggia, passeggiando sotto l’arcobaleno siamo arrivati fino a Rotschild Boulevard, per una sosta caffè nel chiosco più antico della città che infatti sorge all’inzio del primo viale, di inizio Novecento, della Moderna Tel Aviv, tra case Bauhaus e in stile Coloniale, a due passi dalla più antica Neve Tsedek, tra casette in stile europeo mediterraneo e vie alberate, un’oasi di pace attraversando la quale, in pochi minuti, siamo giunti sul mare, dove un cielo infuocato rosa, arancio e nero, quasi apocalittico ci ha regalato uno spettacolo emozionante, come il tramonto tra le palme mosse da raffiche di vento freddo che annunciavano una nuova tempesta, che si sarebbe abbattuta sulla costa, non prima della nostra splendida passeggiata finale sul lungo mare fino all’albergo.

To be continued…

stay tuned

I MURR

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