Due sono le cose che non mancano mai nella mia borsa: lo specchietto e il rossetto.
Per la verità viaggio sempre con almeno due o tre rossetti diversi in borsa e a volte li mescolo tra loro. Senza il rossetto mi sento nuda e posso uscire senza mascara ma non senza le labbra rosse.
Il tono di rosso che più amo è il rosso aranciato perché fa maggiormente risplendere il mio incarnato e ogni rossetto rosso che esce lo voglio subito provare per testarne consistenza, profumo, durata , insomma le sue performance …..Il rossetto è un elemento fondamentale per una donna ed ha una storia bellissima che vi voglio raccontare… Non è un caso infatti che il gesto di stendersi un pigmento colorato sulle labbra abbia radici più antiche di quanto si immagini. Infatti un vasetto contenente una pasta composta di polvere pigmentata di rosso a base di rosa e olio di sesamo, fu rinvenuto nella città di Ur, nella tomba di una sacerdotessa sumera, Shubad. Non esisteva il lipstick ma si applicava sulle labbra con un cucchiaino.
Lo stesso hanno poi fatto nell’Antico Egitto sia uomini che donne con una pasta pigmentata di toni ocra arancio a base di ossido salino di piombo e grasso animale per ammorbidire le labbra, mentre era abitudine di Cleopatra tingersi le labbra di nero.
Nell’antica Grecia le signore usavano l’argilla come base per colorazioni dai toni marroni
L’uso è proseguito anche durante il periodo imperiale dell’Antica Roma in occasione di feste religiose e veniva messo persino alle statue degli dèi!
Bisognerà aspettare il Sedicesimo Secolo per vedere diffuso il rossetto tra tutta la popolazione. Era a base di cera d’api mista a pigmenti vegetali.
Vero proprio culto e rituale del rossetto lo si trova in Giappone presso le geishe che si tingevano non solo le labbra ma anche occhi e sopracciglia con i petali del fiore di cartamo schiacciati ad arte per un risultato prezioso, iridescente e luminoso.
Ma in età Vittoriana iniziò la guerra moralizzatrice contro il rossetto, considerato strumento di seduzione per donne volgari e non perbene, ad uso di donne di spettacolo e prostitute. Per questo fu bandito dalla Regina Vittoria.
Bisognerà aspettare gli anni Venti in Francia per vedere nascere il primo vero lipstick prodotto da Roger & Gallet. Nello stesso anno, il 1920, dopo l’approvazione del 19esimo emendamento e il diritto delle donne al voto, il rosso si fa simbolo di emancipazione e potere femminile. Non é un caso che Elisabeth Arden si sia schierata in prima persona all’interno del movimento per il suffragio femminile, distribuendo davanti al suo salone rossetti rossi a tutte le donne. E a lei dobbiamo le prime varietà di colori di rossetto, che in seguito, con il boom di Hollywood e dello star system divenne un must have per le dive e una moda diffusa, grazie al cinema, in tutto il mondo.
In genere quando si parla di star si pensa al rossetto rosso, emblema e strumento di seduzione e femminilità che esaltava la loro bellezza mettendo in evidenza le labbra. Tra i rossetti rossi iconici impossibile non menzionare il Passion n.14 di Coco Chanel, mentre a Christian Dior si deve, nel 1953, il Rouge 999, che nasce “vestire il sorriso delle donne”. Ma indimenticabile anche il Jungle Red Lipstick di Nars Cosmetics protagonista insieme a Joan Crawford del film The Women. Le dive anni ’40 e ’50 come Rita Hayworth, Liz Taylor, Ava Garder, Grace Kelly e Marilyn Monroe che anche grazie al loro lisptick sono diventate icone di bellezza. Negli anni Ottanta Madonna, ispiratasi a Marylin lo ha rilanciato durante il The Virgin Tour (1985) usando il Russian Red di MAC Cosmetics.
Anche le celebrities di oggi, che scelgono il tono di rosso e di rossetto che meglio si adatta alla loro personalità e incarnato come anche ovviamente all’outfit e all’occasione. Le case cosmetiche ormai producono rossetti dalle mille tonalità e sfumature, adatti a tutte le tasche e a tutte le donne che con un semplice gesto, in fondo, rinnovano un rituale femminile millenario.
Bacini
I MURR
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