Breaking

Icon women: DIANE VREELAND

Fashion / August 27, 2013

“I believe you see, in the dream. I think we only live through our dreams and our imagination. That’s the only reality we really ever know.”

Vi vogliamo raccontare la storia di un’altra donna, per noi, come per molti, UN VERO E PROPRIO MITO, che rivoluzionò e determinò con la sua intelligenza, carisma e stile il corso della moda e della storia del costume del Novecento, negli anni d’oro dell’editoria e fotografia di moda, oltre che di grande fermento storico e culturale. Stiamo parlando di Diane Vreeland.

Nata Diana Dalziel a Parigi, era la figlia di padre britannico, Frederick Young Dalziel, e madre americana, Emily Key Hoffman. Gli Hoffman facevano parte dell’alta società americana, erano discendenti del fratello di George Washington oltre che cugini di Francis Scott Key. La famiglia si trasferì alla fine della prima guerra mondiale negli Stati Uniti.

Diana Dalziel sposò il banchiere Thomas Reed Vreeland nel 1924. Dopo il matrimonio la coppia si trasferì a Londra, dove la Vreeland aprì una boutique per signore, che poteva annoverare fra i clienti Wallis Simpson, futura Duchessa di Windsor.

In questo periodo Diana spesso visita Parigi, dove incontra Coco Chanel nel 1926.

(fonte Wikipedia)

Grande socialite, viste le sue conoscenze nell’alta società newyorkese ed europea, nel 1937 Diana Vreeland si trasferì nuovamente aNew York. Qui iniziò la sua carriera come giornalista e redattore per la rivista di moda Harper’s Bazaar , grazie ad un proposta che non poté rifiutare: la rubrica Why Don’t You?, da lei stessa ideata nel 1936, riscuote un successo immediato. Ai lettori Diana dispensa sapientemente consigli pratici insieme a idee personalissime e bizzarre, in un unico mix geniale ed estroverso.

Perché non… ti zippi nel tuo abito da sera? Tieni in mano un grande bouquet come se fosse una bacchetta magica? Indossi una bombetta? Metti fra i capelli una spilla giapponese? Acquisti un cappotto da sera trasparente? Oppure una toque di chiffon color geranio? O dei guanti di flanella chiara? O una blusa scura? Metti in mostra i tuoi averi in una borsa trasparente? Nascondi i tuoi fianchi in una giacca plissettata? Indossi dei cappelli di frutta? Magari con dell’uvetta? O con delle ciliegie? Oppure anche, Perché non… dipingi un planisfero nella stanza di tuo figlio così che non cresca con un punto di vista provinciale? O ancora il più famoso Perché non… lavate i capelli biondi di vostro figlio nello champagne per farli diventare dorati come fanno in Francia?”


Amava incondizionatamente il colore e il rosso in particolare, di cui mai si stancò.

“Ho occhio per il colore: forse è il dono più eccezionale che possiedo. Il colore dipende totalmente dalla tonalità. Il verde, ad esempio, può essere quello del metrò, però se ottieni il verde giusto… Il rosso è il grande chiarificatore: brillante, purificatore e rivelatore. Non potrei mai stancarmi del rosso… Sarebbe come stancarsi della persona che ami. Per tutta la vita ho inseguito il rosso perfetto”

Fu a partire dagli anni ’50 che forte fece sentire la sua influenza nel farsi consulente di immagine con i suoi consigli a personaggi famosi. Ad esempio, dopo che la “divina”, anche per la Vreeland, Maria Callas perse più di 30 chili nel ’54, fu lei a determinarne la trasformazione, conferendole uno stile, ispirato ad un’altra icona femminile senza tempo, Audrey Hepburm, reduce in tutta la sua grazia femminile e magrezza, da film come “Arianna” e “Vacanze Romane”. E così, se la Callas a partire da quegli anni divenne un mito, come donna e non solo come soprano, lo dobbiamo anche a Diane Vreeland.

Un altro contributo determinante della Vreeland che cambiò il corso della storia della moda avvenne quando John F. Kennedy fu eletto Presidente, nel 1961: infatti fu ancora lei a consigliare la First Lady Jacqueline Kennedy in fatto di stile. E così, anche in questo caso, se quest’ultima divenne un’icona, adorata ed imitata, lo si deve in gran parte al tocco di stile conferitole da Diane Vreeland.

Nel 1962 dopo quasi ventisei anni nella redazione di «Harper’s Bazaar», in cui ha lavorato con Louise Dahl-Wolfe, Richard Avedon, Nancy White e Alexey Brodovitch, Diana Vreeland passa alla guida di «Vogue America», come redattrice capo, dove riesce a dare pieno sfogo alla sua creatività e a dettare lo stile di un’intera epoca, così vivace e rivoluzionaria come quel decennio… Forse, senza la sua “guida”, gli anni Sessanta nella moda non sarebbero stati come li conosciamo ora…



Resterà a Vogue fino al 1971, quando la rivista decide di voltare pagina. La Vreenland diventa consulente per il Costume Institute del Metropolitan Museumof Art, per il quale curerà mostre indimenticabili.




Ci ha lasciati nel 1989.

“L’eleganza è innata, e non ha niente a che fare con l’essere ben vestiti”

Bacini

I MURR


Tags: , , , , , ,




Previous Post

La Storia del costume da bagno - Part. 1

Next Post

ALLARME PORI!





You might also like



0 Comment


Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *