Concentrazione, strategia e rispetto dell’avversario e delle regole.
Qualche domenica fa abbiamo parlato di bullismo analizzandone cause, sintomi e modi per contrastarlo. Oggi, sulla scia dell’esperienza scolastica di nostro figlio Mario, vi raccontiamo un interessante programma, avviato da molte scuole d’Italia su impulso del Parlamento Europeo.
Dal 2011 è infatti stata approvata l’introduzione del programma “Scacchi a scuola” nei sistemi di istruzione dell’Unione Europea. Il gioco degli scacchi, infatti, come si legge nel documento:” è accessibile ai ragazzi di ogni gruppo sociale, può contribuire alla coesione sociale e a conseguire obiettivi strategici quali l’integrazione sociale, la lotta contro la discriminazione, la riduzione del tasso di criminalità e persino la lotta contro diverse dipendenze. Considerando che, indipendentemente dall’età dei ragazzi, il gioco degli scacchi può migliorarne la concentrazione, la pazienza e la perseveranza e può svilupparne il senso di creatività, l’intuito e la memoria oltre alle capacità analitiche e decisionali: gli scacchi, inoltre, insegnano determinazione, motivazione e spirito sportivo”.
Insomma, si tratta di un vero alleato nella lotta contro il bullismo! Ecco perché sempre più scuole in Italia stanno aderendo al programma “A scuola con i re”, progetto scientifico riconosciuto da tutti gli Enti scientifici e sportivi nazionali e internazionali.
Si tratta di un’innovazione in grado di lavorare, nei vari livelli di istruzione ( partendo, pensate, sin dalla scuola dell’infanzia per arrivare alla scuola secondaria di primo e secondo livello).
Da una parte vengono migliorate le capacità di concentrazione, e le abilità metacognitive e mentalistiche con ottime ripercussioni sullo sviluppo emotivo, etico e sociale; dall’altra, il gioco degli scacchi pone le basi – o le implementa – per quanto riguarda il rispetto dell’avversario e delle regole basilari: insegna, inoltre, l’arte della pazienza e dà un valore aggiunto al tempo. Si lavora, con tale progetto, sullo sviluppo delle competenze situate e per trasmettere in maniera efficace i fondamentali concetti di limite, responsabilità e rispetto sia a livello verbale che a livello non verbale.
Davanti alla scacchiera non si è bullo o vittima ma si è pari e vanno rispettate regole non decise dal branco ma da re, regine, torri e cavalli. Come giustamente riporta Eleonora Terlizzi, docente di Psicologia dello sviluppo all’Università del Sacro Cuore di Brescia, tra le principali responsabili del progetto:” il contesto scacchistico, modulando l’aggressività tra pari a scuola, permette di fare reale prevenzione al bullismo nell’infanzia oltre a contribuire nell’intervento sui disturbi dell’apprendimento specifici e non specifici”.
Mario è entusiasta dell’anno di corso presso la sua scuola! Ora si concentra di più e meglio nella lettura e durante le lezioni, mantiene la calma e ha visto diversi suoi compagni un po’ troppo aggressivi migliorare i loro atteggiamenti imparando anche ad accettare sportivamente le sconfitte.
Nelle scuole dei vostri figli è stato attivato questo progetto? Che ne pensate?
Per saperne di più: Giuseppe Sgrò, A scuola con i re
BACINI
I MURR
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