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È mio e non si tocca! … Ma come è difficile separarlo dalla sua “copertina di Linus”!

KIDS / October 5, 2013

Ciao tutto bene??
Io si!
Oggi voglio parlarvi dei nuovi bambini della scuola d’infanzia che hanno quasi terminato la fase iniziale, detta inserimento, e che bello vederli venire a scuola sorridendo e tenendo stretto tra le loro mani i Barbapapà, straccetti, orsi e oggetti di varia natura, anche pezzi di maglie di papà o mamma: tutti questi oggetti hanno un nome particolare… SI CHIAMANO OGGETTi TRANSIZIONALI e servono  al bambino per superare nel migliore dei modi il distacco dal certo ( la mamma) per lo sconosciuto ( la scuola)!!!

Sono anche contenta di aver trovato questo articolo della dottoressa Raffaella Rosciano* che spiega molto bene le molteplici funzioni dell’oggetto transizionale.

“È mio e non si tocca! “… Ma come è difficile separarlo dalla sua “copertina di Linus”! Percorso di vita dell’oggetto transizionale nello sviluppo psicoaffettivo del bambino.

Se si afferma che l’oggetto transizionale aiuta il bambino a crescere, è perché lo rende capace di regolare da sé le sue emozioni. Ma il suo valore non è riducibile a una dimensione consolatoria. Esso mostra una varietà di funzioni e “relazioni” tali da farne un suggestivo oggetto di indagine.Se da un lato è legittima la necessità espressa dagli adulti di convincere il proprio bambino a non restare attaccato a un oggetto materiale che può rompersi, sporcarsi, perdersi, questa separazione comporta una reale sofferenza per il bambino e non la semplice rottura di una routine né l’espressione di un capriccio. È necessario dunque muovere da un’attenta riflessione sull’importante ruolo che questo oggetto svolge nello sviluppo emotivo e identitario del bambino.Non si tratta solo del momento in cui si separa dal genitore e quindi la nanna o il primo giorno al nido. Occorre al bambino ogni qualvolta il suo equilibrio è turbato a causa dell’irruzione di un elemento sconosciuto nel suo ambiente di vita, o nel caso di una nuova esperienza, o di un nuovo incontro per esempio con i compagni o una maestra. Ma ne ha bisogno quando si annoia ed è esposto a questa sensazione di inattività o disinteresse difficile da gestire. Ne ha bisogno anche semplicemente quando deve passare da un’attività a un’altra esprimendo la necessità di un ponte, di un trampolino tra ciò che è familiare e ciò che non lo è. É questa la funzione che si definisce transizionale.

* Dottoranda di ricerca, psicopedagogista, educatrice di nido, lavora in Svizzera.
Rosciano Raffaella (in corso di redazione). La costruzione sociale delle pratiche di proprietà del bambino, nei contesti di vita quotidiana. Tesi di dottorato in psicologia e educazione. Université de Neuchâtel- Università degli Studi di Salerno

Tutti questi sono stralci di un articolo che ho trovato molto interessante, perché oggi come oggi si vedono sempre più bambini con straccetti, copertine, magliette con loro!!!

La cosa che mi diverte di più è ascoltare i differenti commenti. Mi spiego meglio, quelli di chi ha un bambino  e di chi non l’ha, generalmente ; chi non ha un bimbo, oppure è già grande, guarda i bimbi con aria stralunata “ma cos’ha? Perché va in giro con quella “roba li? Ai miei tempi non si usava !”

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È vero  che è molto importante l’oggetto transizionale, e non solo per fare da ponte tra la famiglia e la scuola, ma proprio perché aiuta il bambino a scaricare tutte le sue ansie e paure; non di rado si sentono i bambini in età prescolare dire al proprio oggetto: “Non ti preoccupare, tra un po’ la mamma torna” oppure “Non essere triste ci sono qui io”; il bisogno dell’oggetto transizionale dovrebbe terminare durante il ciclo della scuola dell’infanzia momento nel quale il bambino dovrebbe rinforzare la sua autostima e le sue certezze; non allarmiamoci però se questo bisogno permane durante il primo periodo alla scuola primaria, perché per il bambino è un grosso cambiamento  ed avere una certezza lo fa star più tranquillo.
Se invece questo attaccamento permane oltre i sette/otto anni, vi consiglio di parlare con il vostro pediatra di fiducia.

Altro consiglio che mi sembra carino darvi è questo:

Volevo dire di non preoccuparsi se per un po’ lo usano durante il primo anno  alle elementari, perché tanto il tempo sarà sempre più limitato e poi perché più si rendono consapevoli delle loro possibilità meno avranno bisogno dell’oggetto che rimarrà però sempre un oggetto preferito, un po’ come noi che avevamo il pelouche intoccabile e che ora è conservato nella scatola dei nostri ricordi!!!!

A questo proposito, mi ricordo di quando Mario aveva come oggetto il suo  orsetto “Teddy”, che portava a scuola e in ogni posto dove andava e ” guai ” a dimenticarselo ! Oggi invece ha solo un maialino ” Piccolo Lord”, che usa magari quando viene a dormire a casa mia o va da altri amici e non ci sono però Roberta ed Antonio!

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Alla prossima
TATA ROX

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