MODA UOMO PE 2016 - Trend Genderless

Tra Milano Moda Uomo e Pitti Immagine a Firenze abbiamo visto sfilare modelli di uomini che parevano più delicati adolescenti irrisolti e dandy anni Settanta, secondo Alessandro Michele per Gucci, o novelli Casanova muscolosi in versione pop alquanto ambigua, per non dire drag queen, tutti lustrini e fuseaux attillati o slip in lamé, secondo Jeremy Scott per Moschino. Minimo comune denominatore: il genderless. Non a caso le sfilate avevano in passerella sia modelli che modelle e i loro outfit in molti casi erano del tutto intercambiabili. Anzi, da un punto vista femminile, alcuni capi e accessori sembravano rubati dall’armadio di lei, che non vede l’ora di riaverli indietro per sé…

La collezione Gucci che ha sfilato ha raccontato un uomo che ricerca la bellezza nei tessuti preziosi, nei total look tappezzeria primi Novecento, nelle trasparenze dei pizzi e nei ricami, nei fiocchi e nelle gorgiere all’uncinetto; e lo fa in modo consapevole, recuperando dal passato e reinventandolo. In nome del detournement , ovvero “ il gioco artistico di prendere spunti del passato e mescolarli con nuovi significati e nuovi scenari completamente al di fuori del loro contesto originale”, il mood Seventies viene rielaborato in chiave contemporanea. Gli anni Settanta impazzano quest’anno ed evidentemente non passeranno di moda nemmeno la prossima PE. Protagonisti della collezione: pantaloni a zampa, vesti da camera da dandy decadenti e sofisticati, trench in suède, bluse di seta leggera e top di pizzo ricamato e trasparente, occhialoni, gonne e ballerine con lacci alla schiava da uomo.

I truccatissimi seduttori settecenteschi a metà tra Casanova e Le relazioni pericolose e piloti di auto e moto da corsa sono invece l’ispirazione di Jeremy Scott per Moschino uomo, anche se dubbia è la mascolinità del loro fascino, nonostante i muscoli esibiti per non dire ostentati in outfit al limite del kitsch caricaturale. Più che un uomo in passerella ne abbiamo vista una sua caricatura.

In casa Prada, nonostante le dichiarazioni d’intento di Miuccia Prada, “Con questa collezione ho provato a cucire lo strappo che passa tra il virtuale e il reale, facendo diventare simbolo ogni pensiero e poi mettendolo sugli abiti. Penso tutto questo sia molto umano e allo stesso tempo maledettamente presente. Io lo chiamo post: post industriale, post modesto, post tutto. È il tentativo di scrivere un nuovo linguaggio della moda e del lusso, termine quest’ultimo che continuo a detestare”, restiamo perplessi, continuando a preferire e sperare nella proposta di un uomo new normal, più casual e classico, dallo stile rilassato e dalla mascolinità più equilibrata, non ostentata né incerta, senza eccessi.

Il messaggio di un’identità di genere indefinita che si rispecchia nella moda può andare bene una volta o a livello ideale, ma nella pratica, nei negozi, ci chiediamo chi dei nostri uomini, dei nostri figli, amici e colleghi sceglierebbe di vestire davvero così. Crediamo nell’eleganza dello stile dal più casual chic al formale, così come nell’originalità degli abbinamenti, così come anche continuiamo a sostenere che la moda sia gioco, creatività, arte, talento e capacità di osare, ma siamo dell’idea che ci sia un limite nelle proposte e lo pensiamo nel quotidiano, così come a livello di marketing. E ai buyer l’ardua sentenza.

Bacini

I MURR