Sempre più bambini oggi non sanno attribuire il nome giusto al sentimento o l’emozione che stanno provando. Ecco perché è fondamentale fin da piccoli far capire loro ciò che stanno provando.
È importantissimo ascoltare i nostri figli e quando ci spiegano ciò che provano dare a loro il nome giusto: ” Ho litigato con un mio amico, sono arrabbiato perché non mi ha ascoltato, non ha voluto giocare con me “. Oppure:
” Sono triste perché non ho potuto giocare con la mia migliore amica”. Questo lavoro è importantissimo perché se chiamiamo tutto con il loro nome, sapremo anche mettere in campo le giuste strategie per metabolizzare ciò che proviamo.
Spieghiamo anche che la ” la rabbia “, più di altri sentimenti, bisogna riconoscerla e trovare il mondo per gestirla, perché altrimenti monta e si scatena (possiamo fare anche l’esempio del bianco del uovo e far vedere come si trasforma l’albume).
Noi genitori ricordiamoci di non dire mai “sei cattivo” perché ha disubbidito o disatteso un nostro desiderio. Nostro figlio quando ci ascolta non è in grado di capire che è in quel momento che noi pensiamo queste cose, così si convincerà di essere veramente come noi lo vediamo.
Quando dobbiamo rimproverarlo, specifichiamo sempre e bene che in quel momento non siamo contenti, in modo che lui possa capire .
Questo vale anche quando facciamo delle raccomandazioni: non parlare mai in modo negativo (es. ” mi raccomando, non fare il monello”), ma sempre in modo positivo (es. ” so che sei bravo, mi fido di te”).
Questo perché anche lui non si percepirà in modo negativo, ma in modo positivo e ciò cambierà poco a poco il suo modo di comportarsi.
Alla prossima
TATA ROX e I MURR
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