Vogliamo riportarvi, come promesso, a Tel Aviv, alla prima sfilata a cui abbiamo partecipato. “Forme” è il titolo della collezione che Kedem Sasson ha fatto sfilare in passerella quest’anno.
Già l’artista Ilana Goor in persona, amica personale del designer israeliano, mentre nel suo museo conversavamo sullo stato della moda, ci aveva annunciato che assistere allo show sarebbe stato un momento emozionante anche per noi. Mai però avremmo immaginato di vivere un’esperienza che definire sfilata sarebbe riduttivo, perché non hanno sfilato solo le creazioni uniche e originali di Kedem Sasson, bensì ci è stata regalata una live performig art, specchio del suo mondo creativo e concettuale.
Buio in sala, sullo schermo comparivano, scritte, le parole che una voce profonda pronunciava e scandiva senza musica….
“Hello darkness, my old friend
I’ve come to talk with you again
Because a vision softly creeping
Left its seeds while I was sleeping
And the vision that was planted in my brain
Still remains
Within the sound of silence”
E, al ritmo di quelle parole scandite e poi delle note di una versione moderna e più cupa e malinconica, ma molto suggestiva, di “The sound of silence”. Batticuore.
Le modelle uscivano con lento incedere, una ad una indossando le creazioni di Sasson, opere d’arte da indossare caratterizzate da geometrie e volumi, architetture sotto forma di abiti: quadrati, triangoli e rettangoli erano infatti spunto di ispirazione della collezione AW 2014-15. La possibilità di combinare queste forme insieme gli ha fornito uno spazio creativo dalle infinite possibilità, che lui ha sapientemente colto e declinato.
La scelta di colori monocromatici, prevalentemente scuri, oltre ad essere il suo strumento di espressione, gli ha permesso di valorizzare al meglio il concept della collezione, coerente con il suo stile caratterizzato da tagli, pieghe, sapienti cuciture strategiche, multistrati e sovrapposizioni di materiali solo apparentementi, perché sono in realtà pezzi unici. Suggestioni giapponesi con abiti, giacche e cinture kimono.
E poi volumi estremi, inediti, inaspettati. Apparentemente, ad un primo sguardo il trionfo della moda concettuale, in realtà, entrando meglio nel suo mondo, conoscendo il designer, che Ilana Goor ci ha presentato e che poi siamo andati a conoscere due giorni dopo nel suo atelier, situato in un loft a Florentin, nel nuovo quartier generale telaviviano di architetti, fotografi e fashion designer, abbiamo capito che quello di Sasson non è uno stile fine a sé stesso.
L’uso strategico proprio di quei volumi e cuciture fu un atto d’amore nella soluzione che trovò 17 anni fa per vestire sua moglie, in grande sovrappeso e rassegnata non più a vestirsi, ma a coprirsi con paladrane e tristi abiti destinati al mercato delle “taglie forti”, come è accaduto a tante donne che abbiamo conosciuto. Insomma la moda, lo stile, l’eleganza sembrava che non fossero a lei accessibili. Un marito creativo e amorevole ha disegnato così per lei e su di lei la sua prima collezione, lo ha fatto con amore e passione, dedicandosi ad ogni abito, come ad un progetto artistico, la cui peculiartà è la tridimensionalità.
Mixa tessuti, motivi geometrici e tagli inusuali.
Oggi le collezioni di Kedem Sasson sono destinate a tutte le donne, di tutte le taglie, in tutto il mondo. Le forme che crea valorizzano le magre, così come le più curvy, slancia in modo sorprendente le meno alte… provare per credere!
Quella che prima era nata come una sfida personale, oggi è una linea di abbigliamenta riconosciuta e apprezzata in Israele come in tutto il mondo.
Il nostro cuore ha iniziato a battere già dalle prime uscite sulla passerella, ci ha commossi il “grande abbraccio” (scritto in ebraico su un cartello al collo di una modella) che ha chiuso la sfilata, e ci ha fatto accelerare i battiti sentire dallo stilista stesso questa splendida storia di amore e di moda.
Grazie Kedem!
I MURR
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