Dopo il favoloso Hummus (non perdete la ricetta i prossimi giorni), abbiamo proseguito per il lungo mare. Uno spettacolo di antiche case arabe, deliziosi caffè e ristoranti, gallerie d’arte e negozietti di gioielli.
Poi su per la salita, verso l’ ILANA GOOR MUSEUM (http://www.ilanagoormuseum.org/eng/), dove ad attenderci c’era Elinor, la responsabile. Ci ha introdotto in un mondo a parte, che è, non solo un museo, ma anche la dimora dell’artista israeliana da cui prende il nome Ilana Goor.
Una casa ottomana del 18° Secolo, che si sviluppa su più piani, mantenuta nel suo aspetto originario con i muri e le scale in pietra antica. Le stanze, sia piccole che immense, racchiudono ognuna un mondo. I tanti mondi di Ilana. Ne rispecchiano l’arte e la personalità multisfaccettata ed eclettica. Ci sono opere monumentali realizzate da lei, quadri di artisti, israeliani e stranieri e opere d’arte tribale di bellezza primitiva e potente a cui si ispira per rappresentare il legame con la natura e l’essenza delle cose.
Siamo rimasti incantati dalla biblioteca che racconta Israele nella sua cultura millenaria e sacra, nell’architettura antica, nell’arte moderna e avant-garde, nella letteratura e nel pensiero. È magnifica. Tutto attorno ci sono imponenti lampadari in metallo, sedie e poltrone realizzate con materiali diversi (ferro, pelle, plastica, vetro e tessuto), alcune ancora in progettazione.
Assolutamente incantevole anche la stanza con l’antico balcone ottomano in legno. Un balcone coperto perché destinato alle donne. Che, non potendo esporsi, in questo modo riuscivano a guardare fuori restando celate dalle finestrelle.
Sorprendente, in quella stessa sala, che racconta un mondo di sottomissione e simbolica prigionia femminile, il lampadario realizzato da Ilana. Un vero e proprio inno alla libertà. Immaginate una gabbia dove le sbarre non impediscono agli uccelli di volare liberi. Dopo questa visione, sapevamo già che avremmo incontrato una persona di straordinaria unicità. Eravamo in un corto circuito estetico ed emotivo.
Fuori il mare. Che abbiamo ammirato dalle due terrazze della casa, ricche di sculture e di oggetti di ogni tipo oltre che di piante grasse e da esterni di ogni genere.
Finché non è arrivata la tempesta. Abbiamo fatto una corsa verso l’interno del museo per ripararci dagli scrosci violenti di pioggia. Proprio nel momento in cui si aggirava la padrona di casa. Ilana Goor era lì. Finalmente potevamo dare un volto alla donna che avevamo visto riflessa e spesso rappresentata in immensi quadri in quella casa museo così straordinaria e ricca di stimoli per tutti i nostri sensi.
Un ritratto e una foto insieme, scattati dal nostro fotografo nella sala che più la rappresenta, occupata interamente da una lunga tavola che è uno delle sue opere più celebri dal titolo “The Morning After”. Un’opera di forte impatto visivo ed emotivo che, in dieci sculture, mostra, in maniera provocatoria e critica nei confronti della società, il ciclo della vita e ciò che rimane dopo una metaforica notte di vizi e bagordi: cosa muore e cosa sopravvive…
L’incontro si è trasformato spontaneamente in una splendida conversazione sullo stato attuale della moda, dell’arte, dei giovani designers israeliani e non, degli artisti contemporanei. Un confronto dialettico tra due mondi, il suo e il nostro. Un confronto tra due culture anche se lei, dall’anima libera e cosmopolita, un po’ come noi, ha viaggiato e vissuto nel mondo, in particolare negli Stati Uniti di cui è originario suo marito, ha incontrato personalità del mondo della musica, della politica, dell’arte…
In lei vediamo la classica incarnazione del concetto di ” arte e vita” che si fondono e confondono insieme per formare un tutt’uno. Arte che in lei sembra innata, essendo divenuta quello che è ora senza una formazione specifica, ma che ha sviluppato da autodidatta, semplicemente traendo da dentro di sé e rendendo viva la sua potenza creativa (e creatrice).
Abbiamo anche scoperto che disegna gioielli e abiti, gioca coi materiali e ha uno stile personale così spiccato che non potevamo non esserne colpiti e affascinati.
Per capire una città cosmopolita come TEL AVIV, dove tante diverse culture da tutte le parti del mondo si incontrano e convivono in pace e armonia, la storia si fonde con l’innovazione e la creatività è la benzina che nutre la città, è indispensabile andare a vedere il Museo di Ilana Goor, specchio della città e della nazione che riempie anima e cuore.
Siamo molto onorati e ci sentiamo privilegiati per questo incontro speciale e inaspettato del nostro viaggio……e le avventure con lei, non sono ancora finite.
To be continued…
STAY TUNED!
Bacini.
I MURR