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Il green è di moda, ma la moda NON è ancora abbastanza green

Blog / Fashion / GREEN / December 18, 2014

Quante volte abbiamo sentito parlare di “Green” come “economy”, stile di vita, moda, prodotti bio e a basso impatto ambientale, ecosostenibilità? Anche voi che ci seguite da tempo, sapete che i più occasioni abbiamo trattato l’argomento sotto diversi aspetti e problematiche. Ma sappiamo davvero di cosa si tratta? Siamo davvero consapevoli delle scelte “green” che facciamo, o seguiamo solo il trend del momento?

E la moda, in che senso può essere “green”? In molti pensano che abbia a che fare col movimento di protesta contro lo sfruttamento e l’uccisione di animali per ottenere le loro pelli, pellicce e piume. Certo questo è un tema a cui il mondo “green” è da sempre sensibile, ma non è tutto. Il suo potenziale è ben più grande, perché molto più complesso è l’insieme di scelte, sistemi di produzione e materiali che mettono in pericolo la salute. Non solo dell’ambiente, ma anche la nostra. Quella della moda “green” è una sfida molto ricercata, ma ancora in fase di sviluppo. Eppure tutti sanno, nelle proprie coscienze, che dovrà diventare la nuova moda 3.0, in nome di un bisogno di noi cittadini e delle aziende di rendersi responsabili nei confronti della salute del Pianeta e di chi lo abita.

Il mercato ha finalmente iniziato a proporre un’ OFFERTA green per rispondere ad una DOMANDA chiara in tal senso da parte dei consumatori. Ci sono infatti esempi illustri di brand vincenti che stanno sperimentando un orientamento eco-sostenibile. Basti pensare a Stella McCartney, Vivienne Westwood (nota per le sue performances in sede di sfilata per sensibilizzare, con veri e propri “manifesti”, il pubblico su problematiche economico- ambientali), Max Mara, Gucci, il Gruppo Valentino e diversi altri.

Chi ama la moda e se ne intende sa bene che sono i materiali, con la loro qualità, a fare la differenza in una collezione di moda. Più che di tessuti green, nel green fashion bisogna parlare di materiali con una responsabilità etica e realizzati con tecniche di innovazione responsabile. Veri e propri prodotti con performance eco-sostenibili ad impatto zero per l’ambiente.

Ne è un esempio la sfida “Detox”, ovvero l’impegno di eliminare dalle lavorazioni dei materiali usati sostanze chimiche tossiche e pericolose, presenti in varietà e quantità insospettabili. Al progetto, lanciato da Greenpeace, hanno aderito circa 50 brand mondiali, tra cui Benetton, Esprit e persino colossi del fast fashion, come Zara ed H&M, che hanno optato con lungimiranza per un nuovo corso di produzione più etica, con un impegno che è anche una scelta di mercato.

L’Italia ha ancora tanto da lavorare sul fronte dell’eco-sostenibilità nella sua moda, ma può fare la differenza per il potenziale che porta con sé: chi pensa alla moda italiana la associa all’idea di stile, qualità, sartorialità e un indirizzo green può dar vita al un nuovo mondo Fashion, con un valore aggiunto sempre più prezioso. Un esempio di GREEN ITALIANO, che ancora in pochissimi conoscono, sono i Tessutai Green di C.L.A.S.S (Creativity Lifestyle and Sustainable Synergy), una realtà italiana che ha ricercato ed unito tutti i produttori di tessuti green d’Italia. C.L.A.S.S. nasce in origine per aiutare aziende e designer a muoversi con sicurezza e fiducia sviluppando progetti di successo nella nuova dimensione dell’innovazione responsabile, con strumenti di comunicazione e messaggi adeguati per comunicare ai media e ai consumatori. Oggi è diventato un vero network internazionale multi-platform, che offre anche a buyer, media e operatori del settore una vetrina di moda, di tessuti e di materiali esclusivi, creati utilizzando le tecnologie più avanzate e sostenibili.

Tra le realtà più interessanti nate con l’impegno di C.L.A.S.S basti ricordare Re.Verso™, piattaforma tessile 100% Made in Italy composta da Green Line, Nuova Fratelli Boretti e Lanificio Stelloni, che insieme danno vita ad una proposta tessile moda unica, completamente integrata – dalla materia prima al prodotto finito – tracciabile e trasparente con un nuovo approccio alla produzione, basato su selezionate materie prime laniere adatte al re-engineering. Al progetto Re.Verso ha preso parte anche GUCCI, iconico marchio del lusso Made in Italy, che inserirà Re.Verso ™ nella sua versione cachemire nelle collezioni A/I 2015/16.

E poi Newlife by Sinterama, i cui fili sono il risultato di un processo, l’High Tech Conversion Model, che trasforma esclusivamente bottiglie di plastica da postconsumo, la cui provenienza è interamente tracciabile, in un polimero ad alta tecnologia e di ineguagliabile qualità, attraverso un processo meccanico, non chimico. Il filo Newlife viene utilizzato dal Gruppo Max Mara per la sua collezione Week End.

Insomma, i mondi che si spalancano, solo affacciandosi a questa nuova potentissima era del fashion, sono innumerevoli, affascinanti e degni di essere raccontati, conosciuti e diffusi, così che si sviluppi e rafforzi sempre più una moda eco-sostenibile e che il lavoro di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie tessili e produttive raggiunga su larga scala sempre più ampio consenso e supporto.

E voi queste realtà green parallele le conoscevate?

Bacini

I MURR

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