Regina indiscussa della femminilità anni ’70/’80, specchio perfetto di quella generazione, dello studio ’54 di New York, musa ispiratrice di Warhol e Avedon e designers, cover girl di Vogue, socialite, sperimentatrice di stili e mood, moglie di del frontman dei Rolling Stones, Mick Jagger, che ha sposato nel 1971 a St. Tropez vestita Yves Saint Laurent. Bellezza esotica (è nata infatti in Nicaragua) e dal fascino insolito, attrice e modella, interessata da sempre alla cause sociali, poi attivista per diritti umani, sensibile ai temi del genocidio, alla guerra in Iraq, al mutamento climatico, ai diritti delle donne e alla pena di morte, ora presidente della sua stessa fondazione, Rights Foundation, è divenuta ambasciatrice presso il consiglio d’Europa e membro negli U.S.A. di Amnesty International.
Chi potrebbe essere più eclettico di Bianca Jagger?
Si trasferisce ventenne a Parigi a studiare scienze politiche all’Università della Sorbona, lì inzia a frequentare le notti folli che impazzavano nella Ville lumière, tra cui l’after party del concerto dei Rolling Stones del 1970, dove conobbe il suo futuro marito, Mick Jagger. Trasferita negli States insieme a Jagger, con cui ebbe una figlia, Jade, visse gli anni d’oro del famoso locale di culto newyorkese, frequentato da attori, artisti intellettuali, musicisti. In quelle notti scintillanti e non convenzionali conobbe Warhol, Liza Minnelli.
Lei era la IT Girl del momento, la Principessa dal fascino latino. Amava idossare cappelli di ogni sorta: turbanti, velette, a tesa larga, da cowboy… e nel 1972 vinse il Woman of the Year Hat Award.
Sapientemente seppe sfruttare e veicolare la sua straordinaria popolarità anche verso tematiche di impegno sociale e politico, come si è detto. Questo non toglie che in fatto di stile, anche grazie alla sua grande intelligenza, spiccò per originalità, versatilità, capacità di reinventarsi ed essere più donne allo stesso tempo.
Pur figlia della rivoluzione culturale degli anni 70, di cui iconici sono i lunghi abiti leggeri, leggermente svasati e impreziositi da elementi scintillanti o metallici, indossati durante le notti allo studio ’54, Bianca Jagger, ripropose, reinventandolo, lo stile bon ton e iperfemminile degli anni ’50, con ampie gonne in tulle, cappellini e velette, camicie annodate, a metà tra lo stile di Audrey Hepburm e Grace Kelly. E che dire dello stile mannish, che Yves Saint Laurent aveva lanciato nel 1966 e che lei riprese, indossando blazer su ampi pantaloni
LEZIONI DI STILE
Un’icon woman come Bianca Jagger può ispirare tante di noi anche oggi. Io e Antonio, che siamo figli e amanti degli anni ’70 e ’80, non possiamo che renderle omaggio e suggerirvi alcuni elementi da cui prendere spunto per essere in stile Jagger, ma assolutamente attuali.
Lo stile mannish, lo abbiamo detto qui e ve ne abbiamo parlato qualche settimana fa sul nostro blog, è tornato di gran moda sulle passerelle, offrendoci la possibilità quindi di attingere dal guardaroba di ispirazione maschile direttamente nelle boutique delle nostre città. (http://www.imurr.com/trend-il-nuovo-andro-chic/)
Turbanti e cappellini, un po’ Josephine Baker, un po’ bon ton 50s anch’essi attuali. Provate a giocare coi foulard, come vi abbiamo suggerito in un post tendenze dei mesi scorsi. (http://www.imurr.com/tendenze-il-foulard-mille-idee-in-testa/)
E se ci avete seguito anche ieri, non vi sarete lasciati sfuggire il mood eclettico e molto 70s Studio 54 dei maxi abiti dai tessuti leggeri e impalpabili della sfilata di Genny (http://www.imurr.com/milano-fashion-week-pe-2014/)
Per finire in BELLEZZA, fate caso alle labbra di Bianca jagger, sempre in primo piano, dalle tinte decise e illuminate da un gloss.
E voi a che stile di Bianca Jagger vi ispirereste? Quale pensate sia il più attuale?
Bacini
I MURR
Share On Facebook
Tweet It
