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CONCORSI CANORI PER BAMBINI: DIVERTIMENTO O RICERCA DI GLORIA?

KIDS / February 22, 2014

Chi di voi non ricorda lo scalcinato viaggio della famiglia Hoover per permettere alla loro bimba, Olive, di partecipare a Miss America? La storia di Little Miss Sunshine, che destò tata attenzione e scalpore a livello internazionale, ci introduce nel tema di questa settimana, quello dei concorsi e dei programmi televisivi pensati per avere bambini come concorrenti.

Non voglio dilungarmi sui programmi tv americani che trovo al limite del patetico: spruzzare una bambina di autoabbronzante e spendere i soldi che aiuterebbero a ristabilire le finanze della famiglia per una sola serata vi sembra del tutto normale? E non mi dilungo su tutto il resto perché sarebbe come sparare sulla Croce Rossa!

Ora, non per campanilismo ma mi sento di spezzare una freccia nei confronti dei programmi italiani che mi sembrano, in generale, più rispettosi nei confronti dei bambini anche se con qualche riserva.

Come dimenticare o colpevolizzare il mitico Zecchino D’oro? Il programma, nato nel 1959 ha scritto le più belle pagine della canzone per l’infanzia e, come viene regolarmente sottolineato nel corso della manifestazione, a vincere lo Zecchino d’Oro, così come gli altri riconoscimenti, sono gli autori e compositori delle canzoni e non i bambini che le interpretano.

362 zcchino

Questo è servito, a parer mio, ad evitare la creazione di “piccoli divi” dando ai bambini la possibilità di divertirsi, esercitarsi nel canto e diventare interpreti di un pezzo di storia senza manie di protagonismo. Il programma, anche negli orari di trasmissione, ha sempre rispettato i ritmi dei bambini e i testi delle canzoni, studiati appositamente per loro, erano – e sono – orecchiabili e limpidi.

Sono più critica rispetto a quelli più moderni come “Io canto” e “Ti lascio una canzone” per diversi motivi.

Io Canto 4, seconda puntata, riassunto

–       Orario di messa in onda: secondo questa logica i bambini dovrebbero andare a dormire dopo mezzanotte!

 Ti-lascio-una-canzone-su-RaiUno

–       Testi delle canzoni: non si possono mettere nelle corde vocali di un bambino le parole di una canzona scritta da adulti per adulti! A volte mi chiedo: capiscono quello che cantano? È un po’ come il discorso della scorsa settimana sui bambini vestiti da adulti.Fargli cantare una canzone con tonalità e tematiche non adatte alla sua età è come cucirgli addosso un vestito non adatto.

–       La notorietà mal gestita: creare delle piccole star non sempre – anche a fronte di una famiglia solidissima alle spalle – può essere positivo.

A tal proposito mi permetto di aprire una parentesi che sembrerebbe fuori luogo ma spiega il mio discorso dei piccoli divi. Avete presente le file infinite davanti ai casting per “Il grande fratello”? Molti pensano al reality come una soluzione rapida ed indolore per sbarcare il lunario e sistemarsi per un po’ grazie alle ospitate. Vale la regola/canzone – così rimaniamo in tema – del “Uno su mille ce la fa!”. Di fatto, però,il messaggio che passa è quello del pressapochismo e delle vincite facili. Non pensate che potrebbe succedere lo stesso con questi programmi per bambini? O che, in molti casi, siano le famiglie a spingere senza pensare ai veri desideri o aspirazioni del bambino?

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Fin quando la partecipazione rimane intesa come un gioco ed un momento di divertimento la vedo come una cosa positiva ma quando si oltrepassa questo limite il rischio è quello di creare false aspettative scatenando nei bambini una competitività  malsana e deleteria soprattutto quando a spingere e ad avere sete di glorie effimere sono le famiglie.

Voi come la pensate?

Alla prossima!

Tata rossana







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