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LIFESTYLE – Natale…il tempo dell’attesa e del dono

Home Slider / Lifestyle / December 21, 2017

I giorni che precedono il Natale sono legati al tempo dell’attesa, di qualcuno o di qualcosa: di decorare finalmente l’albero, dell’arrivo di Babbo Natale, della nascita di Gesù Bambino, di scartare i doni, di incontrare amici e parenti che magari non si vedono regolarmente, di andare in vacanza, di festeggiare, di concludere il vecchio anno per cominciarne uno nuovo con nuove prospettive e intenzioni… E poi c’è la corsa all’acquisto dei doni, la programmazione frenetica di incontri pre – natalizi,  che scandiscono, insieme al calendario dell’Avvento, la nostra attesa. E’ incominciata anche per voi, vero?

Ma ci siamo mai fermati a riflettere per un istante sul senso reale del Natale, delle sue tradizioni, sempre più spesso dimenticate, e  sul senso dei doni, momento chiave del Natale? Ci siamo chiesti perché facciamo regali? Se è un obbligo sociale o una gioia. Che cosa doniamo? A chi? E perché? Diamo il giusto valore ad ogni singolo regalo? Che cosa rappresenta il dono per noi e per chi lo riceve? L’ansia da acquisti natalizi, questa frenetica corsa, alimentata dalla cultura del consumismo, non rischia di farci dimenticare tutto questo?

Un antropologo francese dei primi del Novecento, Marcel Mauss, scrisse un saggio proprio sulla teoria del dono, basandosi sullo scambio di regali all’interno di società indigene; e lo definì un fatto sociale (per Levi- Strauss anche personale e istintivo), diffuso e fondamentale in tutte le culture, per creare e mantenere relazioni umane. Si basa sul principio di reciprocità e si svolge in tre momenti:

  1. dare
  2. ricevere – (la persona riceve l’oggetto donato)
  3. ricambiare  – (non obbligatorio, ma nasce istintivo farlo)

E’ un momento di scambio libero, che, nel tempo e nelle varie società e culture, è stato quasi sempre istituzionalizzato in giornate e feste particolari, dal compleanno, in cui un solo festeggiato riceve un regalo, fino al Natale nella cultura occidentale, ad esempio, in cui tutti si scambiano reciprocamente doni.

E’ interessante che Mauss parli dello spirito della cosa donata, importante per i Maori della Nuova Zelanda. Pensiamo che in tempo di crisi economica e di valori dovremmo tutti riflettere di più sul significato dello spirito che porta con sé il nostro dono.

Rappresenta un parte di noi? Del destinatario? Della nostra relazione?

Forse, fermandoci un attimo e visitando qualche negozio in meno, risparmiandoci stress e denaro buttato in COSE senz’anima,  potremmo capire come toccare il cuore di chi amiamo con un gesto, un simbolo, un oggetto, come anche un momento dal valore inestimabile, semplicemente perché esprime il nostro modo per dire: “Ti voglio bene, Buon Natale”, “Sei importante per me”, “Ti amo”, “Grazie per essermi amico, nella mia vita” ecc…

E voi come attendete il Natale? Quale spirito mettete nei vostri doni?

Bacini

I MURR

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