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DONNE e BELLEZZA NEL NOVECENTO: è tutta una questione di canoni…

Fashion / Fashion History / Home Slider / August 22, 2017

Da tempo vi raccontiamo sui nostri canali di comunicazione (questo blog, i nostri social network, il nostro libro Vestiti con stile) l’importanza di prendere consapevolezza del nostro corpo, analizzandolo per sezioni e non solo nella sua interezza. Abbiamo individuato tre grandi tipologie di fisicità di donna (a “pera”, a “mela”,  a “banana”) e sopratutto non smetteremo mai di dirvi che ognuna è speciale con in proprio corpo e che il segreto è valorizzarne i punti di forza, dopo averli individuati, distogliendo così l’attenzione da quelli più critici.

Negli ultimi anni, sia la moda che la società stanno anche prendendo consapevolezza dell’assurdità che certi canoni di bellezza  di donna pelle e ossa imposti sono irreali oltre che pericolosi per la salute fisica (e mentale) delle più giovani, ma non solo… Basta con l’ossessione per la magrezza, la filosofia “curvy” friendly sta prendendo piede e le curve più generose a poco a poco accettate e protagoniste di copertine, collezioni, passerelle, blog… Se ci avete seguito in questi mesi lo sapete!

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Ma vi siete mai chiesti se questi canoni siano sempre stati gli stessi. In realtà nel corso dei secoli, ma più rapidamente durante tutto il Novecento, ogni 10-15 anni, con l’evoluzione della società, i cambiamenti di valori e gli eventi storici che di volta in volta si sono verificati, l’immagine di donna ideale non è mai stata la stessa, ma anzi sembra che ciclicamente si ripropongano, alternandosi, dei modelli di bellezza femminile sempre uguali.

Proviamo a fare una carrellata delle fisicità di donna considerate “ideali”, epoca dopo epoca nel corso del secolo scorso e diffuse non più con le arti figurative che nascendo dalle mani era frutto della loro fantasia, stilizzazione e idealizzazione. Con la fotografia e il cinema le cosiddette icone di bellezza erano donne reali, modelle e attrici, incarnazioni viventi dei modelli imposti.

La donna della Belle Epoque ha una linea sinuosa e slanciata: vita strettissima, seno spinto in avanti in modo innaturale, tutto questo per effetto di un nuovo modello di busto che appiattisce il ventre, enfatizza i fianchi, allarga la schiena e spinge indietro il bacino, facendo inarcare il corpo all’indietro e conferendo alla donna un profilo rigido e sinuoso. Pensate alle donne di Toulouse Lautrec, alle ballerine di Moulin Rouge.

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Il Novecento, prima dello scoppio del primo conflitto mondiale è il secolo della femme fatale, della “vamp”, complice anche l’avvento del cinema.  E’ caratterizzata da  occhi e capelli nerissimi, corpo sinuoso, labbra carnose, sguardo magnetico; le sue caratteristiche primarie . E’ di straordinaria bellezza, aggressiva, ed è una grande seduttrice, perversa, crudele e spregiudicata. Incarna la passione carnale e l’istinto. Il pittore austriaco Klimt rende omaggio a questa figura di donna, sensuale e distruttiva, nei suoi capolavori “Giuditta I” (1901) e “Giuditta II” (1909): donne fatali dal volto enigmatico, lo sguardo inquietante, la pelle bianchissima e la capigliatura lunga e corvina.

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Con la prima Guerra Mondiale ben altri sono i problemi di cui occuparsi, e così la donna abbandona completamente la cura del corpo e tende ad assumere  caratteri androgini.

Duranti i “ruggenti” anni Venti, pervasi da un nuovo senso di libertà e speranza, l’ideale di bellezza femminile cambia radicalmente: ora è la donna garçonne, cosiddetta dalla foggia dei capelli, che, per la prima volta nella storia, vengono tagliati corti, alla maschietta.

I tratti androgini della donna, la fanno apparire un’eterna adolescente, con seno e vita inesistenti e fianchi stretti, corpo asciutto, magro, asessuato. La donna ora conduce una vita più dinamica e comincia a praticare sport, sia per il benessere fisico che per migliorare l’aspetto. Infatti adesso anche nelle donne si comincia ad apprezzare il fisico atletico.

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Le nuove icone di bellezza, senza curve, magre e mascoline, simboleggiano l’aspirazione all’uguaglianza e parità tra i sessi.

Coco Chanel, dai tratti androgini, senza seno, senza fianchi, scattante, nervosa, invita le donne ad esporre la pelle ai raggi solari, ad eliminare i guanti e ad accorciare le gonne.

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Leggendaria icona anni Venti è l’attrice Louise Brook: bellissima, il prototipo perfetto della ragazza flapper, (ma non meno femme fatale!) che si contraddistingue per l’indipendenza, l’anticonformismo, la capricciosa volubilità.

c. 1925: Louise Brooks standing by the stairway.

Con gli anni Trenta, torna l’ideale della donna sensuale, femminile ed elegante. Le donne sentono l’esigenza di rimettere in evidenza le loro forme e si impone cosi il canone  della donna procace, mediterranea, “femmina”, incarnata dalle grandi dive di Hollywood.

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In Italia, come in Germania, il regime fascista dedica al corpo della donna un’attenzione precisa e sistematica, tanto che si può parlare di una vera e propria politica del corpo.

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La preoccupazione di Mussolini è quella di assicurare all’Italia una nuova stirpe, robusta, sana e forte e così le donne vengono invitate ad un programma di igiene salutistica-alimentare, in quanto possibili madri e quindi prime responsabili del miglioramento della razza.

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Il modello di bellezza imposto alla donna italiana deve avere forme prosperose e fianchi ampi, ed essere forte e robusta; solo così sarà una vera madre e una buona moglie, in grado cioè di occuparsi della casa e della famiglia.

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La campagna contro la donna magra, pallida e sterile si apre ufficialmente nel 1931 quando il capo dell’Ufficio stampa di Mussolini ordina ai giornali di eliminare tutte le immagini che mostrano figure femminili snelle e dal piglio mascolino.

La magrezza femminile diventa un punto centrale nel dibattito sulla bellezza, tanto che Mussolini chiede ai medici di intervenire a difesa del “grasso”, contro la moda della magrezza.

Con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, gli Anni Quaranta sono un periodo di crisi e di grandi ristrettezze, in un clima di estrema austerità, anche in campo estetico.

Si ricerca uno stereotipo femminile di donna più in carne, evidente reazione alla cronica carenza di cibo che caratterizza questo periodo.

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E così, durante la guerra iniziano a comparire su molte riviste degli Stati Uniti le prime pin-up, ragazze solitamente procaci ed ammiccanti. E’ il periodo in cui si raggiunge il top della femminilità e della sensualità.

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Gli anni Cinquanta sono quelli della maggiorata, simbolo di benessere dopo gli stenti della Guerra. Il suo corpo è metafora del sogno di opulenza che vive l’Euopa e che si tradurrà nel boom economico. A partire dal secondo dopoguerra è il cinema, soprattutto quello americano, a proporre i nuovi canoni estetici: le vamp biondo platino, tutte superdotate, sono le ispiratrici della  moda, del look, dello stile di vita di donne di ogni ceto sociale.

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La donna ideale infatti è “a pera” ha fianchi tondi, seno esplosivo, gambe ben tornite: una donna in carne, che non si preoccupa delle diete o della cellulite.  Le misure seno-vita-fianchi 90-60-90 rappresentano la formula della bellezza degli anni Cinquanta, forse più a clessidra che “a pera”: gambe lunghe, bellissimi fianchi e vita sottilissima sono il modello a cui ambisce ogni ragazza.

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Con gli anni Sessanta – Settanta si assiste ad un altro cambio di tendenza e con la diffusione della cultura dello sport, il fisico femminile da morbido e burroso diventa tonico e scattante. La donna moderna ora è giovane, un’eterna adolescente, una ragazza agile e filiforme, di nuovo come la flapper degli anni Venti.

Negli anni Sessanta quindi le figure si assottigliano, le gambe si scoprono, i capelli si tingono di biondo svedese e gli occhi si ingrandiscono con ciglia finte e pesanti passate di eyeliner.

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L’estremizzazione della bellezza femminile verso canoni filiformi , che potremmo definire “a banana”, avviene con il successo della modella inglese Twiggy, magra ai limiti dell’anoressia. Con lei nasce la donna grissino.

E come ormai avrete capito gli anni Ottanta vedono un rinnovato amore per le forme: ritornano le canoniche misure  90-60-90 e si ha un nuovo boom di seni esuberanti e di curve procaci, ancora una volta abbinati al vitino sottile, seno prosperoso, gambe slanciate, vitino di vespa, ventre piatto e sguardo ammaliante. Simbolo incontrastato di questo revival delle forme rotondeggianti è Cindy Crawford.

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A partire dagli inizi degli anni Novanta si afferma un nuovo trend,che rimarrà in auge fino al primo decennio del XXI secolo.

Pallida, con gli occhi cerchiati, Kate Moss inaugura la bellezza minimale degli anni Novanta, un indiscusso canone estetico ancora oggi in auge e ambito.

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Sono gli anni dell’estrema magrezza femminile come ideale sia estetico che morale poiché al corpo esile e scattante vengono attribuiti valori quali ambizione, organizzazione, potere, autoaffermazione sociale.

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Questo canone porterà nel terzo millennio l’ossessione morbosa per il corpo: è il corpo al centro dell’interesse e non la persona; non conta tanto essere quanto apparire, all’essenza viene sostituita l’apparenza, alla spontaneità il controllo.

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L’ “essere in forma”, demonizzando i centimetri di grasso sul corpo è oggi un imperativo categorico, poiché un fisico longilineo, liscio e levigato non dà solo l’idea del bello ma anche dell’essere sano. Essere belle dunque, secondo questo canone imposto e ormai collettivo, significa essere magre, esili, slanciate. Ideale fuorviante che spesso resta tale e perciò troppo spesso motivo di frustrazioni, depressione patologie alimentari e mentali.

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Per fortuna, come abbiamo detto all’inzio, qualcosa sta cambiando e forse andremo sempre più non tanto verso l’imposizione di un nuovo canone di bellezza, ma verso l’esaltazione e l’amore che ogni donna deve avere per il proprio corpo così come è, con tanto o poche forme, senza ossessioni e paure di non accettazione, ma focalizzandoci sull’unicità di ciascuna.

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Facciamo un gioco… E voi in che decennio idealmente sareste state canone di bellezza? provate a guardare come si vestivano le donne di quell’epoca per capire come valorizzavano i propri punti di forza..

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I MURR

(ringraziamo per l’esaustivo spunto cronologico della storia del costume e delle fisicità http://alicecarolidotcom.wordpress.com/la-mia-tesi/, da cui abbiamo tratto alcuni passi all’interno della nostra carrellata di corpi femminili attraverso i decenni)


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23 Comments

on December 9, 2013

Sicuramente gli anni 40-50, ma essendo un maschiaccio dentro la cosa è molto complicata 😉

    on December 9, 2013

    hai anche il fisico a vana da maschiaccio o come?
    <3

      on December 11, 2013

      BANANA sorry.

on December 9, 2013

Loren, toda la vida Loren!

    on December 11, 2013

    <3

on December 9, 2013

Io sarei di quelle che chiamate donna pelle e ossa imposti sono irreali oltre che pericolosi per la salute fisica (e mentale)
Ho 36 anni, mangio, non riesco a ingrassare, ma ne faccio schifo, ne sono una ossessionata, sono Reale come qualunque donna.

    on December 9, 2013

    Ciao, siamo molto dispiaciuti di aver causato questa reazione, su ogni argomento si tende a generalizzare perché’ non sarebbe possibile customizzare ogni post.
    Come tu dimostri ci sono ragazze o donne che nonostante mangino non riescono a mettere su peso e al contrario ci sono donne o ragazze che nonostante si contengano nel mangiare o si distruggono dalle diete, ingrassano solo respirando.
    La Natura come vedi ha reso ognuno di noi un capolavoro unico, sta ad ognuno di noi farlo splendere e darle il giusto valore.
    Noi nel nostro libro diamo consigli per tutte le fisicita’ (in tantissimi anni di esperienza prima come fashion editor sule modelle , poi come fashion counselor sulle donne normali) abbiamo capito che ognuno di noi vorrebbe essere quello che non e’. Invece di desiderare quello che non si e’ si dovrebbero investire tutte le energie su quello che si e’ e quello che si ha.
    Tu sei reale e sei bellissima, anche senza le curve.
    Nel nostro libro troverai tanti consigli su come vestire la tua fisicita’ che noi definiamo a banana e se hai bisogno di noi scrivici.
    Tanto aMURR <3 <3 <3

on December 9, 2013

che fantastica carellata ragazzi…. Fantastici davvero!
Molto interessante… E poi secondo me, magrezza non è sinonimo di eleganza, freschezza, tendenza.
Si può essere anche di corporatura “importante” e portare un capo in maniera egregia, di classe, dando comunque un’immagine sicura e importante… quasi come se l’outfit prendesse vita e pottesse auto-esprimersi <3<3<3
Bravi Murr baciotti

    on December 11, 2013

    C O N C O R D I A M O !!!!!!

on December 9, 2013

Decisamente, senza dubbio gli anni 50. Del resto gli abiti che mi stanno meglio appartengono a quel periodo!
Il mio fisico un pò ricorda quegli anni anche se sono lontana dalle famose bellezze dell’epoca!
Adoro gli abiti con le cinture in vita, le gonne morbide o i top che mettono in mostra il décolleté!

Il post è interessante perchè mette in mostra come tutto sia ciclico, anche l’ideale di bellezza femminile.
Trovo che in questi ultimi anni si sia enfatizzata troppo la magrezza quindi sono felice che si ritorni ad uno stile che promuova le curve naturali e che il mondo del fashion si sia reso conto che basare le proprie creazioni su un corpo femminile che in realtà poche donne hanno è deleterio sia per chi compra(anche sul piano emotivo) ma anche per chi vende.
Quindi largo alle curvy finalmente!

    on December 11, 2013

    GRAZIE PER IL TUO CONTRIBUTO!!!!!
    CONTINUA SEGUIRCI ED A COMMENTARE!!!!
    DOBBIAMO CRESCERE TUTTI INSIEME!!!!
    <3

on December 9, 2013

Sempre precisi e dettagliati. È vero dobbiamo amarci di più. E non essere pigre!

    on December 11, 2013

    grazie!!!!! Siamo felici che vi sia piaciuto il nostro post!!!!!!!
    <3 <3 <3

on December 9, 2013

Le donne con fisico a mela non sono mai state di moda…o si??

    on December 11, 2013

    Forse nel’700-‘800 dove i balconcini erano a vista e le donne si strizzavano in bustini scoppia organi!!!!!!! Anche le mele avevano così’ un punto vita!!!!!

on December 10, 2013

Io…anni 70! Sono sempre stata una donna “banana”. Secca secca, piatta piatta…mio marito mi chiamava “pelle ed ossa”! E mi
Piacevano le donne con un po’ di seno, se no. Altro perché in casa mamma e sorella erano così: bellissime! Ma io ero così e mai avrei potuto essere diversa! Quindi VIVA LE DONNE IN TUTTA LA LORO FISICITÀ. Saremo sempre e solo uniche!!!! Baci aMURR ❤️❤️❤️❤️❤️

    on December 11, 2013

    MILA MILA MILA,,,,che dire? Sei il nostro angelo.
    loveuuuuuuu
    I MURR

on December 10, 2013

Che bel post, lo condivido sulla mia pagina fb 🙂
Mi sembra di capire che il mio corpo non sia mai “andato di moda”… non ho la vita abbastanza sottile per essere procace alla Sofia Loren, oh me povera donna-mela!

    on December 11, 2013

    Grazie. E’ un bellissimo complimento. Abbiamo fatto tanta ricerca e continueremo a farla…..se sei mela pero’ puoi creare l’effetto ottico di un punto vita inesistente, mettendoti un tubino nero e dolcevita nera con cintura colorata in vita e cappa aperta o trench o cappottino aperto e super tacco.
    Crei cosi l’illusione ottica del punto vita. Unica controindicazione : non puoi togliere il capospalla!!!!! TE LA SENTI? Tieni presente che ti stiamo consigliando senza sapere come sei fisicamente. Potremmo essere totalmente fuori strada!!!!!!!
    <3 <3 <3

on December 17, 2013

Io sarei stata la forma ideale degli anni 50, infatti attualmente trovo tanta difficoltà a trovare qualcosa che mi stia bene..mi devo laureare e non riesco a trovare una giacca adatta alle mie forme e così i vestiti, troppo larghi in vita e stretti su seno e fianchi. Secondo me però carissimi Murr siamo ben lontani dall’accettazione dei canoni estetici più per così dire “burrosi”. Lo dico perchè modelle che portano la taglia 44 vengono considerate delle plus size ed inoltre i vari media raramente propongono questo tipo di bellezza. Persino nei manichini di alcuni negozi le forme si sono ulteriormente assottigliate. Questo mi scoraggia, soprattutto perchè sin da piccola non sono mai stata molto fina, ancora oggi vedo le mie coetanee di 26 anni portami mini taglie mentre io le invidio portando una 44 abbondante. Vi mando ugualmente tanti baci e tanto Amour 🙂

on December 16, 2016

sono d accordo ….. vedere sfilare le donne donne e basta che poi siano a banana a pera e a mela poco a importanza …oltre alle donne con qualche curva mi piacerebbe portare sulle passerelle di moda le over 40/50/60 dove praticamente raggiungono l apice della sensualità del sapere e della eleganza per questo voglio aprire una agenzia di moda per over e portare questo progetto avanti sino quando avrò voce per rappresentarle e cambiare i canoni della moda

on July 6, 2017

Io sono decisamente anni ’40/’50, linea che amo, curo e difendo tenacemente!



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