Il mese della moda femminile SS 2015 si conclude oggi a Parigi, ma il nostro viaggio tra le sfilate prosegue… Delineeremo così un ritratto più completo della donna che verrà, secondo le collezioni parigine, che non hanno mancato di riservare parecchie sorprese…
Partiamo da Givenchy. Riccardo Tisci, direttore creativo della maison, immagina la sua donna vagamente fetish, ma mai banalmente. Anzi esalta questo lato trasgressivo, mantenendosi comunque nel pret-à-porter, combinandolo sapientemente con uno più romantico e retrò, a metà tra le donne-corsaro e seduzioni settecentesche, dove non mancano top-corsetti dai mille lacci che valorizzano il punto vita, rendendolo sempre più stretto, anche grazie al contrasto opulento di rouches. E poi trasparenze e pizzi d’epoca, abbinati con lunghi e aderentissimi stilvali cuissardes in pelle, protagonisti assoluti della sfilata. In una palette di colori apparentemente ridotta (nero, bianco e marrone), Tisci con maestria sartoriale decora i suoi capi di borchie, anelli, pannelli e tessuti perfettamente intersecati a creare pattern inediti e affascinanti.
Dal fetish al rock underground a tratti grunge Anni ’70/ ’80 della donna Saint Laurent di Hedi Slimane. E così vediamo sfilare capi dalle fantasie floreali, righe, camouflage, pois,animalier, glitter. E poi minidress superaderenti o più morbidi, anche dorati e super-scollati e mini gonne cortissime su calze coprenti nere. Non mancano, shorts in jeans o in pelle, magliette e top, giacche dalla spalla larga spesso bordate di glitter, giubbini in pelle e pellicce colorate. Protagonisti maxi-cappelli a tesa larga e foulard sottilissimi e leggeri. Forse troppi elementi per delineare la coerenza di una collezione… Voi che ne dite?
Opulenza, punk , bohemien e glam ambientalista sembrano invece delineare la donna eccentrica di Vivienne Westwood, forse troppo. Una sfilata omaggio al multiculturalismo e ad novelli Adamo ed Eva, nostri progenitori, in cui la Westwood lancia un nuovo messaggio di cambiamento per un pianeta sano e sostenibile dove le generazioni future possano vivere in armonia con la Natura. Sfilano sulla passerella bambole viventi (dal rossetto sbavato) che indossano capi ben lontani dal pret-à-porter: maxi volumi, sovrapposizioni, drappeggi, texture scozzesi…
Parlando di natura, un inno alla donna selvaggia, novella Pochaontas metropolitana, lo fa John Galliano. La veste di tante sfumature di verde, colore delle foreste e del sottobosco, così come i marroni, protagonisti della palette usata, insieme al celeste dei cieli tropicali, ai viola, i grigi e i bianchi, insieme a stampe e texture 3D che ricordano foglie, cortecce e nidi d’ape. Abiti leggeri, larghi, morbidi e lunghi dalle velate trasparenze si alternano a altri più corti, strutturati e dai toni meno wild, ma anzi più bon ton. Inoltre capispalla strutturati, giubbotti e pellicce quantomeno insolite… Interessanti e simboliche le collane totem indossate dalle modelle, una sorta richiamo alle origini e alla nostra dimensione più selvaggia e istintuale.L’insieme è accattivante, fresco e riconcilia con la natura da cui la vita cittadina sempre più ci allontana.
Bacini
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