Continuiamo con le emozioni del nostro viaggio in Israele. Ricorderete che ci eravamo lasciati al Gala e alla sfilata di Missoni (http://www.imurr.com/imurrgototelaviv-diary-day-1/). Una sera tempestosa, ma non così minacciosa da opporsi al nostro intensissimo planning, continuato con una festa al delizioso Alma Boutique Hotel. Tra gli hotel boutique sempre più numerosi nell’area di Rothschild Boulevard, ricavati dagli edifici magnificamente restaurati di epoca Coloniale e Bauhaus.
La domenica sera di Tel Aviv equivale al nostro lunedì. Un giorno come tanti, si penserebbe. Non qui. Nonostante la pioggia fosse finita da poco, il viale alberato, i caffè, i locali e i ristoranti erano così affollati da sembrare un sabato di piena estate.
Con questa sensazione di vita pulsante siamo andati a dormire, ansiosi di poter ammirare la città alla luce del giorno.
Il risveglio è stato spettacolare. Tanto sole, cielo terso, mare blu.
In lontananza, una piccola propaggine spuntava dalla costa, svettando sopra la città. Con un campanile, un minareto e una roccia di colore giallo-rosato. Era Rocca di Jaffa con il suo antico porto. Ci saremmo andati di lì a poco insieme alla nostra guida Ayala che ci attendeva nella hall con il driver.
Quando siamo arrivati, è stato un improvviso salto nel tempo. Come tornare indietro nei secoli. Fino quasi all’Età del Bronzo (ben 7.000 anni fa!). Eravamo nel luogo che gli antichi popoli, marinari e non, avevano fondato, distrutto, conquistato e ricostruito. Fenici, Egizi, Romani, Crociati, Persiani, Ottomani ne avevano fatto una tra le più importanti città del Mediterraneo. Persiono Napoleone vi si era fermato, prima di proseguire con la sua “Campagna d’Egitto”.
Dettagli ovunque, in ogni angolo, a colmare il nostro cuore e la nostra curiosità. Lo scenario sempre in divenire per i repentini cambiamenti di tempo e di luce….
Il porto, fitto di barchette di pescatori, è ormai da tempo un’attrazione turistica. Come le rocce scure, all’altezza del faro, che affiorano dalle onde. Ad esse è legata la leggenda di Andromeda, che, per espiare il peccato di vanità della madre Cassiopea, che aveva osato ritenersi più bella delle Nereidi, fu invisa al Dio Poseidone. Dopo aver inviato un mostro a distruggere quanto si trovava sulla costa, la chiese in sacrificio. Andromeda fu legata a queste rocce scure. Ma, quando Perseo, figlio di Zeus, la vide, se ne innamorò. Sconfisse il mostro, la liberò dalle catene e la prese in sposa.
Abbiamo proseguito, poi, verso una sinagoga in cui si stava allestendo un matrimonio. Ci hanno fatti entrare a patto che gli uomini indossassero la Kippah. Il piccolo copricapo usato correntemente dagli Ebrei osservanti maschi obbligatoriamente nei luoghi di culto, anche se i più religiosi la indossano anche durante la vita quotidiana. E’ uso degli Ebrei osservanti coprire comunque il capo in segno di rispetto verso Dio e, a tale scopo, un qualsiasi copricapo è adatto.
A suggello di questa splendida mattina, una tappa d’obbligo: Habu Hassan. Qui si prepara il miglior hummus fresco di Tel Aviv… fino a quando non finisce (chiude di solito alle 15)! Il venerdì la coda è così lunga, che si mangia per strada. Si può scegliere tra tre tipi: semplice; con ceci non polverizzati; con fagioli, olio evo, paprika e prezzemolo.
Uno di questi ci è rimasto nel cuore al punto da comprare la tahina, per rifarlo a casa… guardate il risultato! E di chiedere al nostro Japi di darvi la ricetta domenica!!!
To be continued….
STAY TUNED! Perché ripartiremo da qui.
Bacini.
I MURR
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