Kataklò*, baby crossfit*, karate, nuoto, ma anche pattinaggio – magari nella versione artistico sul ghiaccio – , rugby e ancora ginnastica, ritmica o artistica.
L’elenco potrebbe proseguire per pagine e pagine, ma preferisco soffermare l’attenzione sull’importanza che riveste lo sport per i nostri bambini con una dovuta premessa: questo non va assolutamente inteso come un modo per tenere i bambini fuori casa ma, piuttosto, come un’opportunità che aiuta ad entrare in contatto con il proprio “io” e comprendere le attitudini di ciascuno di noi.
Per questo sono necessarie alcune raccomandazioni.
Prima di tutto, cari genitori, non pensate mai di decidere voi che sport far fare al vostro bambino (magari con la scusa del: “io ho fatto nuoto e quindi lo deve fare anche lui”) ma ascoltate i desideri e le aspettative dei vostri piccoli e cercate, nei limiti, di assecondarle!
Il tutto, però, ricordando alcune regole di base:
- Le lezioni di prova sono importanti per capire se lo sport scelto potrebbe essere quello giusto e, di conseguenza, non andrebbero mai saltate;
- L’impegno va mantenuto: se si sceglie, dopo la lezione di prova, di fare un corso di tre mesi, l’appuntamento con lo sport va portato avanti. Se poi, a termine corso, si decide di non riprendere, verrà valutato un altro sport;
- Gli sport non sono universali e, quindi, non vanno bene per tutti i bambini. La scelta va fatta con attenzione e vanno valutate le caratteristiche dei nostri piccoli. Per esempio, se il bambino è introverso, uno sport di squadra lo aiuterebbe a uscire dal suo guscio mentre, invece, se è molto esuberante, le arti marziali, grazie alla loro disciplina innata, lo aiuteranno ad incanalare le sue energie per il raggiungimento di un obiettivo;
- Non sottovalutate, oltre alle passioni e al carattere, le caratteristiche fisiche. Per esempio, i bambini con la scoliosi dovrebbero evitare gli sport unilaterali (tennis, per citarne uno).
Riporto, come mio solito, qualche esempio reale per capire meglio.
Mio figlio, Gabriele (10 anni, quinta elementare), in un primo momento scelse di fare karate. Le lezioni erano subito dopo la scuola e l’interesse rischiava di venir compromesso dalla stanchezza e dalla voglia di giocare subito dopo. Siamo stati noi a seguirlo e spronarlo e ora, che ha compreso il significato e ha maturato la passione, è proprio lui a chiederci di non saltare mai la lezione!
I Murr, ci raccontano, invece, l’esperienza del loro Mario (8 anni, terza elementare) che sta maturando una consapevolezza sportiva completa e piena di passione.
“Siamo partiti con un anno di rugby, durante l’ultimo anno della materna per poi provare lo judo in prima e seconda elementare mentre, questa estate, Mario ha frequentato un campus multi sportivo e molto divertente, di tre settimane – dicono i Murr.”
“Abbiamo ascoltato le sue sensazioni e, su sua richiesta, abbiamo deciso di cambiare indirizzo optando per due sport molto dinamici e mai ripetitivi: kataklò e crossfit. I risultati sono stati sorprendenti e inaspettati! Mario sta acquisendo sicurezza nei movimenti e fluidità’ nella corsa e sta mettendo massa muscolare nel tronco e nelle braccia. Soprattutto, quello che ci fa più piacere, è che il nostro bambino non vede lo sport come un impegno che lo fa annoiare ma principalmente come un piacere piuttosto che un dovere!”
Ovviamente non esistono “ricette” passepartout, ma ogni genitore conosce il suo bambino e sa quando incitarlo e spronarlo affinché prosegua e quando, invece, va assecondata la decisione di mollare quello sport e sceglierne un altro.
Il consiglio è quello di ascoltare sempre i vostri figli, confrontandovi e capirne le esigenze per scegliere insieme lo sport migliore. Per loro sarà una scoperta continua, un modo per mettersi in gioco e confrontarsi con gli altri e per voi, chissà, un’occasione per riprendere o iniziare di nuovo quello sport, magari insieme ai vostri figli!
Alla prossima!
TATA ROX e I MURR
* Il CrossFit è un programma di allenamento intensivo creato negli anni Settanta da Greg Glassman. Gli atleti di CrossFit si esercitano con corsa, vogatore, salto della corda, arrampicata e spostamento di oggetti stravaganti; spesso muovono carichi pesanti velocemente e per lunghe distanze e usano le tecniche del Powerlifting e del Sollevamento pesi. Utilizzano inoltre manubri, anelli da ginnastica, sbarre per trazioni, kettlebell e molti esercizi a corpo libero.
Si tratta, di fatto, di un allenamento a circuito, con fasi sempre diverse tra loro.
* Kataklò, che letteralmente significa: “io ballo piegandomi e contorcendomi” è la sintesi tra sport e spettacolo: l’attività nasce infatti dalla fusione di sport, danza e teatro finalizzata a sviluppare le capacità condizionali e coordinative individuali nonché la relazione e la collaborazione tra i partecipanti. Il kataklò misura i gesti arcaici dell’uomo, quali il camminare, il correre, il lanciare ecc e li va ad interpretare trasformandoli e studiandoli nelle forme della danza e raccontandoli attraverso il teatro.
http://www.accademiakataklo.com